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Concerto sinfonico

Concerto inaugurale 

  

DOMENICA 24 MARZO 2024, ore 18.30
Teatro Zancanaro, Sacile (PN)
 
ORCHESTRA AUDIMUS
diretta da FRANCESCO GIOIA
 
Solista
Luca Rasca, pianoforte

 


Robert Schumann (1810-1856)
Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op.54
I. Allegro affettuoso
II. Intermezzo: Andantino grazioso
III. Allegro vivace



Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n.35 in re maggiore KV 385 «Haffner»
I. Allegro con spirito
II. Andante
III. Menuetto
IV. Finale: Presto

 

Francesco Gioia, direttore
Laureato in Giurisprudenza e diplomato brillantemente in pianoforte con V. Sivilotti, si laurea quindi in Discipline musicali (interpretativo-compositivo) con 110/110, studiando con A.Carcano, I.Gregoletto e D.Zanettovich. Ottiene il “Premio speciale Mozart” al concorso “Mozart 2005” presso la Mozartina di Paularo ed è finalista del premio “Amici della musica Udine” 2008. Partecipa a vari corsi di perfezionamento con A.Specchi, L.Ferrini, G.Abbà. Studia direzione d’orchestra con L.Shambadal, D.Renzetti, S.Thorp, R.Gessi, A.Fogliani, E.Nicotra. Ottiene il 2° premio al concorso di direzione a Budapest con la “Duna Simphony Orchestra” ed una menzione della giuria al “Black Sea Conducting Competition” a Costanza in Romania. E' stato selezionato per dirigere 3 sinfonie di Brahms con l’orchestra “G.Rossini” di Pesaro ed una sinfonia di Beethoven con l’orchestra dei “Pomeriggi Musicali” di Milano. E' fondatore e presidente dell’Associazione culturale AUDiMuS e direttore del Corpo Bandistico S.Cecilia di Pradamano. E' Direttore Artistico della Scuola di Musica della Carnia e della Rassegna Concertistica “G.Canciani”. Ha pubblicato nel 2010 il libro di tecnica pianistica “Il Metodo Chopin” (Audax edizioni). E' inoltre autore e relatore, con l’Ingegnere Biomedico G.Pravisani (Siemens), della conferenza “Matematica&Musica” che dal 2020 è divenuta un corso straordinario al Politecnico di Milano.

 
Luca Rasca, pianoforte
Allievo di Franco Scala all’Accademia Pianistica di Imola, dove tuttora vive, è vincitore di numerosi premi in campo nazionale e internazionale tra cui: London Piano Competition, Busoni di Bolzano, Palma d’Oro di Finale Ligure, Schubert di Dortmund, Scriabin di Grosseto, Chopin di Roma, Città di Treviso, Casagrande di Terni, Viotti di Vercelli. Svolge attività concertistica da solista, in musica da camera e ha suonato oltre 20 concerti per pianoforte e orchestra con prestigiose formazioni tra cui l’Orchestra Sinfonica della Rai, i Virtuosi di New York, la London Philharmonic Orchestra con la quale ha debuttato alla Royal Festival Hall di Londra con il primo concerto di Brahms alla presenza di Re Carlo III d’Inghilterra. Ha all’attivo numerose registrazioni discografiche, per Arts di Londra, Fluente Records, Piano Recital e Universal Music, è spesso membro di giuria di concorsi nazionali e internazionali ed è attivo in campo didattico da oltre 25 anni. Scrive per la rivista Suonare News, è direttore artistico del Concorso Internazionale Palma d’Oro di Finale Ligure (SV) e dello YAPCO under 18 di Finalborgo, docente e direttore della Scuola Pianistica Ateneum di Finalborgo (SV). E' titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro. Dal dicembre 2015 è Steinway Artist. Dal 2022 pubblica per l’etichetta Halidon Music.

 
AUDiMuS (Artisti Uniti per la Diffusione della Musica Strumentale)
La compagine orchestrale "AUDiMuS" nasce dall'idea di radunare giovani professori che, animati dal comune senso di urgenza per la musica, oggi sempre più relegata a ruoli marginali, desiderassero unirsi e collaborare per un progetto comune: dare voce all’Orchestra classica. L'Orchestra ha anche collaborato con solisti quali David Cooper (I corno Los Angeles Symphony Orchestra), Marco Braito (I tromba Orchestra Rai), Friedrich Edelmann (già I fagotto Munchner Philharmoniker), Stefano Flaibani (I tromba Orchestra Sinfonica di Shangai), Paolo Armato (I corno Orchestra Arena di Verona e "Haydn" di Bolzano), Rocco Rescigno (I trombone Duisburger Philharmoniker).

 

NOTE DI SALA
Il Concerto in la minore è una delle opere più dense di Schumann, il tentativo più ardito di fondere in una singola composizione tutte le suggestioni e le ansie espressive che lo assillavano di fronte a una creazione di vaste proporzioni, costretta a confrontarsi con la tradizione classica. Più che proseguire quella tradizione, però, si avverte la volontà di superarla e di trascenderla, in una immaginazione che non si impone limiti ben definiti. La caratteristica di 'unicum' che il Concerto riveste nella letteratura del suo genere è programmatica, e deriva in gran parte proprio da questo accavallarsi di intenzioni che ne permea la struttura e ne esaspera le tensioni, quasi evitando la risoluzione formale. La scrittura pianistica del Concerto tende ad accentrare su di sé il peso del dialogo con l'orchestra, e se mai a distenderlo per converso in rarefatti equilibri, nello spirito di una feconda, reciproca libertà. D'altra parte, tutto il Concerto è anche dominato da un calore che ci rimanda allo stile dello Schumann più estroverso, in un impeto appassionato che si dispone, in sbalzi vertiginosi di umori, su una vasta gamma di gradazioni e che non è certo alieno da svagati ripiegamenti e da sospensioni poetiche.
La Sinfonia K. 385 deve probabilmente il suo brio spensierato e il suo smagliante colore orchestrale al fatto di essere stata concepita inizialmente come Serenata, genere leggero e di intrattenimento, brillante e disimpegnato per antonomasia. Ma in realtà proprio la maturità espressiva e la sapienza di scrittura raggiunte in questo lavoro la dice lunga sulla straordinaria evoluzione compiutasi nello stile compositivo di Mozart. L'Allegro con spirito si impone fin dal perentorio e trascinante salto d'ottava iniziale, da cui trae vita l'intero movimento, come una pagina solare e dai colori sfavillanti, ricca di energia e buonumore. Dopo un Andante delicato e poetico e un breve e vigoroso Menuetto, si giunge al finale (Presto), un movimento di irresistibile vivacità ritmica e coloristica, costruito fondendo la forma sonata con quella di rondò e basato su contìnui contrasti tra forte e piano, il cui tema d'apertura cita quasi letteralmente l'aria di Osmin nel terzo atto della coeva Entführung, «Ha! Wie will ich triumphieren».