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SERENATE E MELODIE ELEGIACHE
Concerto di presentazione del XXI FVG International Music Meeting
VENERDÍ 3 FEBBRAIO 2017, ore 20.45
Teatro Zancanaro - Sacile (PN)

 

Orchestra d'Archi del Conservatorio "G.Tartini" di Trieste
Docente Preparatore: M° Fabio Pirona

 

Serata di grande successo venerdì 3 febbraio presso il teatro Zancanaro a Sacile per la presentazione del XXI FVG International Music Meeting. Protagonista l’Orchestra d’Archi del Conservatorio “G.Tartini” di Trieste, preparata dal M° Fabio Pirona con un programma dal titolo “Serenate e melodie elegiache” incentrato sul '900 con musiche di Max Bruch ed Edvard Grieg, pagine forse non tra le più diffuse con il quale l’Orchestra d’archi del Tartini di Trieste ha dimostrato di possedere una capacità di dialogo elevatissima. Non c'è più bisogno di gesto, ma solo di pensiero e di sguardo. La magia avviene da sé, attraverso l'armonia, la melodia, le tematiche, la capacità di spaziare nell'organico, aprendo e chiudendo un sistema che produce emozioni e sensazioni raffinate e sublimi.

Nel dettaglio sono stati eseguiti la Serenata in do minore per archi su melodie popolari svedesi di Max Bruch – in prima esecuzione italiana - Due melodie elegiache op.34 e la Fra Holbergs tid (Dai tempi di Holberg) Suite in stile antico op.40/1 di Edvard Grieg. Non si tratta di musica-tappezzeria: nate nell'arco di pochi decenni - un arco peraltro assai critico per le società europee e quindi anche, e soprattutto, per l'arte: fermenti, contrapposizioni, classicismo e "musica dell'avvenire", battaglie estetiche a non finire - queste pagine sembrano rifiutare gli aspetti più aspri della Decadenza nel riflesso di un clima che, nel rispetto (un po' critico) della forma e nel riconoscimento (un po' discusso) della tradizione, illumina di luce crepuscolare il fraseggio sinuoso ma non evanescente, e i ritmi talvolta arrotondati in movenze di danza. Gli archi, dai violini ai contrabbassi, hanno offerto, nel loro insieme, una gamma timbrica affascinante: densità e trasparenze ad un tempo, ricchezza di cromatismi, corposità e sottigliezze, armonie ampie e unisoni come sciabolate sono tra le molte caratteristiche positive di questo fascio d'archi che per di più si illustra di una naturale eleganza. Lodevole l’interpretazione della Suite di Grieg, musica a volte melanconica, ma molto più spesso allegra, fino a un Allegro con brio nel "Rigaudon" finale dove la viola di Sara Zoto si cimenta in un confronto virtuosistico con il violino di Giada Visentin, un confronto dall'effetto molto spettacolare.