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Grandi eventi

  

DOMENICA 20 DICEMBRE 2023, ore 20.45
Teatro Zancanaro, Sacile (PN)
 
ORCHESTRA SINFONICA DEL TARTINI DI TRIESTE
diretta da FSILVIA MASSARELLI
 
 
 

CARL MARIA VON WEBER (1786-1826)
Andante e Rondò ungarese op.35 per fagotto e orchestra
 

CAMILLE SAINT-SAËNS (1835-1921)
Concerto n.2 in sol minore, op.22 per pianoforte e orchestra
Andante sostenuto
Allegro scherzando
Presto
 

ALEXANDER SCRIABIN (1872-1915)
Sinfonia n.1 in mi maggiore, op.26
Lento
Allegro drammatico
Lento
Vivace
Allegro
Andante

 

SILVIA MASSARELLI, direttore
E’ la prima donna ad aver vinto il Grand Prix de direction d’orchestre al Concorso Internazionale di Besançon. Premio della critica al Concorso Prokofiev di San Pietroburgo e unica vincitrice del Concorso Robert Blot di Parigi, ha studiato al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma pianoforte, composizione e direzione d’Orchestra per poi trasferirsi a Parigi, dove si è laureata con il massimo dei voti al Conservatoire National Supérieur de Musique. Ha collaborato con direttori come Myung-whun Chung, Laurent Petit-Girard, Cyril Diederich e con musicisti di fama internazionale quali Michel Dalberto, Martin Spandenberg, Claude Delangle e Jean-Yves Fourmeau. Ha diretto prime esecuzioni assolute di numerosi compositori, fra i quali Jacqueline Fontyne, Edison Denisov, Lowell Liebermann, Eric Tanguy, Thierry Escaich, Lorenzo Palomo, Nicola Campogrande e ha partecipato al Nordic Days Musical Festival di Rejkiavik. È stata invitata da orchestre di grande prestigio, fra le quali la New York Philharmonic, Wiener Kammer Orchester, Orchestre des Concerts Lamourex, Orchestre Symphonique de Tours, Haendel Festspiele Orchester di Halle, Cyprus Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. É regolarmente invitata a convegni e congressi sulla leadership e il suo percorso è apparso nel libro “donne come noi” edito da Sperling & Kupfer, che raccoglie le testimonianze di “100 donne italiane che hanno fatto cose eccezionali”. È docente titolare al Conservatorio Tartini di Trieste per la cattedra di Esercitazioni Orchestrali, disciplina che ha insegnato precedentemente in altri Conservatori.
 
MARTINA MINIUSSI, fagotto
Inizia a suonare il fagotto a sette anni con Paolo Calligaris. Prosegue gli studi Accademici con Sergio Lazzeri presso il Conservatorio G. Tartini di Trieste, laureandosi con 110 e Lode con Menzione d’Onore. Nel 2021 ha frequentato il Master Annuale di Alto Perfezionamento Musicale presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Francesco Bossone. Ha suonato diversi concerti come solista con orchestre tra cui la Webernkammerorkester dell’Accademia di Vienna, la “Louis Spohr Sinfonietta” e l’orchestra d’archi della Filarmonica di Lubiana. Nel 2022 ha vinto l’audizione per suonare nell’Orchestra Giovanile dei Wiener Philarmoniker, con la quale si è esibita al Konzerthaus di Berlino ed al Mozarteum di Salisburgo. Nello stesso periodo ha suonato musica di scena al Festival di Salisburgo con i Wiener Philharmoniker.
 
MATTEO DI BELLA, pianoforte
Nasce a Udine nel 2001 e all’età di quattro anni inizia lo studio del pianoforte. Nel corso degli anni ha partecipato a numerosi concorsi nei quali si è aggiudicato due primi premi assoluti a Martignacco e Finale Ligure oltre a molti altri primi premi. Nel 2018, in duo pianistico con Lorenzo Ritacco, ha ottenuto il secondo premio al concorso “L. Caraian” di Trieste. Ha frequentato numerose masterclass con noti pianisti tra cui Maurizio Baglini, Marcella Crudeli, Irene Russo, Massimiliano Damerini, Borislava Taneva, Pierluigi Camicia, Christoph Eggner. Ha suonato per “Milano Piano City” nella storica maratona delle nove Sinfonie di Beethoven per due pianoforti a otto mani, realizzandone poi l’incisione nel gennaio 2023. Appena laureato con lode e menzione d’onore nel Biennio di Pianoforte nella classe di Luca Trabucco, è attualmente iscritto all’ultimo anno di biennio di Musica da Camera a Trieste.
 
GIULIA DIOMEDE, mezzosoprano
Si diploma in recitazione all’Accademia d’Arte del Dramma Antico di Siracusa, dove si esibisce come attrice dal 2009 al 2015. Si laurea in Lettere Classiche (Triennale) e in Scienze dello Spettacolo (Magistrale) all’Università di Bari. Consegue il Diploma di I livello in Canto Lirico al Conservatorio «Tomadini» di Udine ed il Diploma di II livello in Canto Lirico presso il Conservatorio «Tartini» di Trieste con il massimo dei voti e lode, sotto la guida di Paoletta Marrocu. Frequenta l’Accademia dei Mestieri dell'Opera del Teatro Coccia di Novara e l’Accademia del Belcanto «Rodolfo Celletti» di Martina Franca. Interprete protagonista in diverse prime mondiali, nel 2023 debutta nel ruolo di Azucena ne «Il Trovatore» al Teatro Coccia di Novara e nel ruolo di Polina e della Governante in «Dama di Picche» di Čajkovskij al Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Rijeka. Svolge intensa attività concertistica nazionale ed internazionale. A dicembre sarà il protagonista en travesti Fortunio ne «L’oro del diavolo» di M. Podda al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
 
FRANCESCO SCALAS, tenore
26 anni, nasce a Cagliari dove inizia gli studi musicali. Attualmente studia col soprano Paoletta Marrocu presso il Conservatorio Tartini di Trieste. Ha frequentato per due anni l’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia di Novara. Ha seguito masterclass con Luciana Serra, Renato Bruson, Giovanna Donadini e Bruno Lazzaretti. Ha lavorato in vari teatri, quali: Arena di Verona, Verdi di Trieste, Lirico di Cagliari, Coccia di Novara, Chiabrera di Savona, Teatro Comunale di Sassari, Taranto Opera Festival, Luglio Musicale Trapanese. Ha debuttato nei ruoli di Enea e First Sailor in “Dido and Aeneas”, Gastone ne “La Traviata”, Ruiz ne “Il Trovatore”, Le Prince Charmant in “Cendrillon” di P. Viardot, Pritschitsch ne “La vedova allegra". Ha registrato l'aria "Amor ti vieta" dalla Fedora di U. Giordano, per il programma televisivo “Uno mattina in Famiglia" (Rai Uno). È stato uno dei finalisti del concorso "Tebaldi Legend” presso la Casa della Musica di Parma.
 
ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO "G.TARTINI" DI TRIESTE
È composta da giovani musicisti, iscritti ai corsi superiori e specialistici del Conservatorio. Ad essa aderiscono, inoltre, i migliori studenti dei corsi propedeutico accademici nonché, in particolari occasioni, giovani diplomati ed alcuni docenti, assicurando così continuità alla formazione, pur nel naturale avvicendamento dei suoi componenti. Alla sua guida si sono alternati, nel corso degli anni, diversi direttori d’orchestra, tra i quali si ricordano Aldo Belli, Giampaolo Coral, Andrea Cristofolini, Antonino Fogliani, Romolo Gessi, Stojan Kuret, Adriano Martinolli D’Arcy, Fabio Pirona, Sigmund Thorp, Luigi Toffolo, Daniele Zanettovich. L’Orchestra affianca alla sua funzione formativa istituzionale una notevole attività concertistica, che viene regolarmente svolta presso vari teatri, in collaborazione con enti di rilevante prestigio musicale.
 
Maestri Collaboratori: Pablo Salido Pulido e Viktoriia Kochubei

 

NOTE DI SALA
Un esempio eloquente della bravura di strumentatore di Weber si può ravvisare nell'Andante e Rondò ungarese in do minore op. 35 per fagotto e pianoforte, dove ad un movimento pensoso, punteggiato dalle squisitezze timbriche del solista, si alterna a mo' di conclusione un Allegro vivace e scherzoso, dal ritmo leggero e spumeggiante. Il brano fu composto nel 1813, quando il musicista era direttore del teatro d'opera di Praga e aveva già esaltato le risorse tecniche dello stesso fagotto nel Concerto in Fa maggiore scritto nel 1811 e pubblicato come op. 75.
Il Concerto per pianoforte n. 2 in sol minore, op. 22 di Camille Saint-Saëns è ancora oggi una delle pagine più popolari dell’autore francese, forse anche grazie a quelle particolari e insieme affascinanti contraddizioni stilistiche che lo pervadono. Fu eseguito per la prima volta al Cirque d'Hiver di Parigi, il 13 maggio 1868; il dedicatario della composizione, Anton Rubinstein, non ne era l'interprete solista, ma, per l'occasione, impugnava la bacchetta sul podio; al pianoforte sedeva l'autore, che alla fine ebbe le lodi di Liszt. Potrà apparire strano l'entusiasmo (indubitabilmente sincero, data la lealtà e la proverbiale generosità dell'uomo) provato da un autentico innovatore del linguaggio pianistico e da un «romantico integrale» come Liszt per una musica che trae le proprie ragioni d'essere da ben altre scaturigini lessicali e spirituali.
La Sinfonia n.1 op.26 si colloca su una sorta di spartiacque tra il «vecchio» ed il «nuovo» Scriabin, tra la sua giovinezza e la sua maturità. Si ha davvero la sensazione sconvolgente della nascita di un mondo: gli ultimi echi ottocenteschi bollono in un magma incandescente con il molto del nuovo che la musica europea andava elaborando in quegli anni. È il fascino che emana da questa composizione; è anche il segno vivo - ma anche musicologicamente di grande interesse - dei tempi che mutano. Comporre una prima sinfonia poco ambiziosa non sarebbe stato consono al carattere di Scriabin. Non soddisfatto di una semplice lotta con le normali sfide formali, egli concepì l’opera (completata nel 1900) con un’ampia struttura a sei movimenti, aggiungendovi un coro e due solisti vocali nell’ultimo movimento, un adattamento di un testo dello stesso Scriabin nel quale viene esaltata l’arte. L’opera che ne risulta è basata sullo stesso materiale del quale è costruita tutta la sua musica; gli umori che vi scorrono sono gli stessi, le percezioni alle quali tende sono le stesse.

 

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