Omaggio a Nino Rota

 
Mercoledì 16 dicembre, ore 20.45

Ex Chiesa di San Gregorio - Sacile
 



    

        Sonata in Sol magg. per Viola  e  Pianoforte (1935)

           -Allegro moderato

           -Adagio

           -Allegro

 

        Sonata in Re magg. per Clarinetto e  Pianoforte (1945)

           -Allegretto scorrevole

           -Andante quasi adagio

           -Allegro scorrevole

 

         Sonata in Sol magg. per Violino e Pianoforte (1937)

           -Allegretto cantabile con moto

           -Largo sostenuto

           -Allegro assai moderato

 

         Viola e Violino          LORENZO BERTOLDI

         Clarinetto                  MARIO ZANETTE

         Pianoforte                 ROBERTO TURRIN

Il compositore Nino Rota appartiene a quella genia di musicisti che hanno vissuto in un momento particolare, intenso, sia nel mondo della cultura che nel mondo della musica; il periodo delle manipolazioni, delle rivoluzioni di una società in perenne crisi. Nato a Milano nel 1911 e morto a Roma nel 1979, egli attraversò tutti gli sconvolgimenti artistici del tempo, basando il suo modo di intendere la musica su una espressione immediata con una precisa componente legata alla ripresa della musica dell'Ottocento, rimanendo molto fedele alla melodia ed evitando complicazioni armoniche.  In sintesi egli ha fatto della semplicità un modus vivendi che, partito dalle prime esperienze giovanili, ha continuato inalterato in età più avanzata, passando attraverso ad una miriade di situazioni diverse e continuando con coerenza nella ricerca dell'essenza della musica, al di là delle mode, delle tradizioni di mercato o di fumosi giochi di potere. Il suo linguaggio è volutamente e spiritosamente ottocentesco, del tutto refrattario alle rivoluzioni musicali del XX secolo. Nella poetica di Rota, la musica deve essere una forma d’arte spontanea e immediata, di facile presa sull’ascoltatore, caratteristiche si colgono pienamente nella Sonata per viola e pianoforte. Ma non smentisce l’impronta dell’autore neppure la Sonata per clarinetto e pianoforte, che rivela fin dal primo movimento, Allegretto scorrevole, la grazia di cui Rota andava costantemente alla ricerca. E che dire della Sonata per violino e pianoforte? Si tratta di una testimonianza diretta dei riflessi di sonorità nuove, nelle quali si collocano due mondi diametralmente opposti: ritmi scheggiati, e melodie romantiche, dove il senso dell'articolo e del deja vu fa da contrasto con le tensioni dei due strumenti tra di loro dialoganti. Uno splendido esempio di equilibrio formale ricercato e raggiunto nella composizione, mai prolisso o eccessivamente divagatorio nell'esposizione delle idee tematiche che riescono anzi a trovare il loro naturale compimento.